Umbria In Danza2010/11 presenta al teatro Cucinelli di Solomeo, venerdì 29 ottobre, alle 21 la prima stampa assoluta del nuovo lavoro della Compagnia Abbondanza Bertoni, Le fumatrici di pecore.
Lo spettacolo è un duetto femminile che vede in scena Antonella Bertoni con Patrizia Birolo. L’idea è nata durante un laboratorio tenuto per la compagnia teatrale La Girandola di Torino e come ricorda la coreografa: “Guardando lavorare Patrizia ho colto con intensità quanto un corpo e una persona potessero esprimere un umore ‘ballerino’. Da qui il desiderio di scrivere una partitura con lei. Un viaggio tra le immagini è sempre un incantamento, dove il cammino tra un essere e l’altro si fa più corto.”
La densità dell’umano, la sua complessità, è da sempre il terreno d’indagine e d’ispirazione della Compagnia; questa volta è il tema della diversità che fa da filo conduttore della coreografia, che così viene sintetizzato dal regista Michele Abbondanza: “Da sempre affascinati dalle forme e dal multiforme, iniziamo una collaborazione con un’interprete straordinaria (“fuori dall’ordinario”): lei portatrice sana di una diversa abilità, noi portatori malati della nostra salute. Proveremo a scambiarci le rispettive portate.”
Coppia storica del nostro migliore teatro-danza, i due artisti hanno alle spalle molte significative esperienze di danza internazionale. Michele Abbondanza si è formato a New York con Alwin Nikolais e Merce Cunningham e, rientrato poi in Italia, ha partecipato all’esperienza veneziana di Carolyn Carlson al Teatro La Fenice di Venezia nei primi anni Ottanta. Nel 1984 è stato tra i fondatori del gruppo Sosta Palmizi, da cui poi si è separato proseguendo autonomamente l’attività di coreografo e danzatore. Ha collaborato in Francia con la compagnia di Carolyn Carlson, e proprio in questo contesto è avvenuto l’incontro con Antonella Bertoni, danzatrice formatasi a Roma e Parigi.
Ai due artisti va il merito non solo di aver contribuito allo “svecchiamento” della danza italiana, inserendola a pieno titolo nelle correnti più fertili e stimolanti della scena europea, ma di muoversi ancora lungo una strada di ricerca, con coerenza e costanza, salvaguardando uno stile poetico, intenso, a volte grottesco, chiuso all’aridità del “genere” e aperto alla densità della vita.